giovedì 15 aprile 2010

Videoreporter di guerra, in rete immagini atroci dal fronte iracheno


Lo scoop di Wikileaks.org sui cosiddetti "danni collaterali" delle guerre umanitarie svela l'ipocrisia dell'ossimoro bellicista già nel titolo del filmato, ormai, diffuso da tutti i media: "assassinio collaterale". Non a caso, dunque, il video si apre con una citazione di Orwell sulla potenza mistificatoria del "linguaggio politico", capace di far sembrare "l'omicidio rispettabile" e, persino, di "dar l'aspetto di solidità al puro vento". Ed infatti tutta la retorica bellica, letteralmente, si svuota di fronte alla forza di queste immagini 'riservate', girate dagli stessi militari.
Periferia irachena, 12 luglio 2007. Pattugliamento stradale via elicottero. Ad un certo punto, il mirino inquadra una decina di persone e la squadra chiede (ed ottiene) subito l'autorizzazione ad attaccare. Perché? Semplicemente, perché gli strumenti di lavoro di un fotoreporter della Reuters sono stati confusi con delle armi. Ma, al di là dell'errore fatale, ciò che conta è che il filmato reso pubblico ci mostra l'equivalente di un'esecuzione sommaria. Un tiro a bersaglio da videogame che, però, lascia nella polvere vittime in carne, ossa e sangue. Ed ancora più agghiacciante è la parte conclusiva del video. Laddove, di lì a poco, la stessa scena si ripeterà, addirittura, nei confronti di un furgone sul quale due persone cercavano solo di caricare una delle vittime per soccorrerla. Possiamo aprire il fuoco? Ok, aprite il fuoco. In quel furgone (...) 

Giuseppe D'Elia