giovedì 21 luglio 2011

"Genova, le lacrime di luglio", dieci anni dopo /3


(segue) Con l'aiuto del web, è possibile allora provare a ricostruire, per sommi capi, l'insieme di violazioni di legge, avvenute a Genova nel luglio del 2001. Violazioni di legge messe in atto proprio da chi più di tutti la legge dovrebbe rispettarla: con il che, sarebbe bene che, finalmente, si convenisse tutti sul punto che violare la legge, indossando una divisa, è un'aggravante e non una esimente.

A Genova, dieci anni fa, le cariche delle forze dell'ordine si trasformarono in una inspiegabile caccia all'uomo, con annessi pestaggi, talvolta anche a danno di persone che giacevano a terra inermi (6): si arrivò addirittura all'uso dei blindati per una nuova (criminale) forma di carica, del tutto sui generis (7). Fu aggredito persino chi semplicemente si trovò proverbialmente nel posto sbagliato, al momento sbagliato (8): è il caso di Marco Mattana, allora minorenne, «pestato a sangue» senza che «vi fu nessuna provocazione nei confronti degli agenti». Di Mattana qualcuno ricorderà il volto tumefatto e rabbioso (9) anche se, forse, è «l'immagine del vicecapo della Digos Alessandro Perugini che rifila un calcio in faccia al ragazzo» (10), quella che meglio riesce a descrivere la follia di quei giorni.

Follia dovuta solamente alla concitazione degli scontri di strada? Tesi che non regge, dato che le violenze registrate in strada furono solo una parte della complessiva opera di violenta repressione del dissenso che si registrò in quei giorni.
«(...) la notte del 21 luglio 2001 attorno alle 23.30, il primo reparto mobile di Roma, in tenuta antisommossa, comandato da Vincenzo Canterini, fa irruzione nelle scuole Diaz e Pascoli, (la prima utilizzata dai manifestanti come dormitorio, la seconda come centro stampa), per effettuare una perquisizione (...). Tutte le persone ospitate all'interno della scuola vengono tratte in arresto con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov. (...) Per quanto riguarda le armi e gli oggetti da difesa: il bottino recuperato dalle forze dell'ordine era fatto di coltellini svizzeri, macchine fotografiche, libri, fazzoletti di carta, assorbenti interni, maschere antigas e un piccone; successivamente si venne a sapere che il piccone era stato raccolto dal cantiere aperto presente all'interno della scuola. Per quanto riguarda le bottiglie Molotov (...) le indagini successive hanno rivelato una verità differente (...) che quelle bottiglie sono state in realtà ritrovate (...) in un cespuglio sul lungomare di Corso Italia nel pomeriggio del giorno precedente. Il 12 maggio 2003 il GIP Anna Ivaldi dispone l'archiviazione delle indagini contro i manifestanti per il reato di resistenza, con un'ordinanza di archiviazione in cui si afferma che "non può affermarsi, neppure con un minimo grado di certezza, che coloro che si trovavano nella Diaz e che vennero poi arrestati abbiano lanciato oggetti sulle forze di polizia"... Deve poi escludersi essi abbiano posto in essere atti di resistenza nei confronti del personale di polizia, una volta che questo riuscì ad accedere all'interno della Diaz"... (11)».
Un'operazione notturna, con numerosi illeciti, dunque. Una operazione di una violenza inaudita, come testimoniato da Michelangelo Fournier, «all'epoca vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma» (12). Dopo aver inizialmente taciuto «per senso di appartenenza al corpo», la scena descritta da Fournier, nei colloqui coi magistrati, è la seguente:
«Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana».
L'ennesima conferma di quanto fossero fondate le denunce di Amnesty International che, fin da subito, aveva registrato segnalazioni di numerose violazioni dei diritti umani, perpetrate dalle forze dell'ordine, nei giorni del G8, a danno dei manifestanti (13).


Giuseppe D'Elia


«Indomita Genova, le lacrime di luglio. 
Infondere paura come forma di controllo». 

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(6) http://www.youtube.com/watch?v=lp1G1fZpibk

(7) http://www.youtube.com/watch?v=Xh8Uf79fW8Y

(8) http://www.veritagiustizia.it/old_rassegna_stampa/locchio_del_ragazzo_del_g8.php

(9) http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/g8-condannato-alessandro-perugini-vice-capo-della-digos-di-genova-145161/

(10) http://www.ecn.org/agp/g8genova/indexpics20.htm

(11) http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/processi/diaz.php

(12) http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=70956

(13) http://www.youtube.com/watch?v=bK58QeERLx0