Sembrerà una nemesi paradossale, ma dopo che la rete si è mobilitata in massa per impedire che la cosiddetta legge bavaglio condizionasse la libertà di stampa, ora che le norme più controverse del famigerato ddl sulle intercettazioni vengono finalmente corrette, gli unici a restare imbavagliati sono proprio i blogger; quasi presi in giro dalla persistente riproposizione di quell'irragionevole estensione dell'obbligo di rettifica, previsto dalla legge per la stampa del 1948, a tutti i siti informatici, indiscriminatamente.
In proposito, esattamente un anno fa, questa rubrica già segnalava le prime iniziative di protesta della rete. Iniziative che, tra l'altro, hanno poi trovato in Parlamento un'interlocuzione bipartisan. Il prontamente ribattezzato "comma ammazza-blog" (il comma 29) è stato dunque fatto oggetto di due diverse proposte di modifica, targate Pd e Pdl, a firma, rispettivamente, dei deputati Roberto Zaccaria e Roberto Cassinelli. Quest'ultimo, addirittura, nella stesura del suo emendamento si è avvalso della collaborazione del web, grazie a un innovativo progetto di scrittura collettiva.
Tuttavia lo scorso 21 luglio, in Commissione giustizia alla Camera, Giulia Bongiorno, nella sua veste di Presidente, ha reputato inammissibili entrambi gli emendamenti, scatenando l'ira della rete che si è sentita beffata dalla carenza di motivazioni, oltre che dal paradosso, registrato da Guido Scorza, secondo cui l'emendamento Zaccaria è stato prima dichiarato inammissibile e poi, ciò nonostante, ugualmente messo ai voti e bocciato.
Leggerezze? Approssimazioni? Mala fede? Sia come sia, il web non si è arreso e ha lanciato subito una nuova campagna, che su Facebook ha raccolto immediatamente diverse migliaia di adesioni. Contestualmente Fabio Chiusi del blog "Il Nichilista" ha dato una risposta articolata all'onorevole Bongiorno, che (...)
Giuseppe D'Elia