Tra le tante reazioni registrate in Rete in relazione a quella infelice battuta del capo del governo sulla "fin troppa libertà di stampa" che vi sarebbe in Italia – "un fatto che non è discutibile", a suo dire –, le risposte più significative sono targate RSF. Parole del presidente della sezione italiana di Reporters sans Frontières, Mimmo Càndito, per l'esattezza, rilanciate, poi, da diversi blog. Lo storico inviato de La Stampa, attraverso il sito di RSF, si è infatti espresso con estrema chiarezza sul punto: "quanto dichiara il presidente del Consiglio (...) suona amaramente come una di quelle minacciose dichiarazioni che erano pratica di governo di certi poteri che venivano definiti latinoamericani".
Del resto, anche se non identiche nei numeri dei posizionamenti nelle classifiche mondiali, le analisi di Rsf non si discostano nella sostanza da quelle di Freedom House che avevano innescato la reazione polemica del premier. Se, difatti, per Fh l'Italia è tra i paesi "parzialmente liberi" (tra i 25 paesi dell'area "Europa Occidentale", solo la Turchia si trova nelle nostre stesse condizioni), per Rsf, "nella classifica mondiale sulla libertà di manifestazione del pensiero", la nostra repubblica risulta, addirittura, "ultima tra i paesi di democrazia avanzata".
Càndito, peraltro, motiva in maniera circostanziata questi risultati negativi: "giornalisti epurati se dissenzienti, giornalisti premiati se servili, attacchi agli spazi di investigazione, normative penalizzanti del lavoro di cronaca politica, minacce continue contro le voci che denunciano un clima di pesante riduzione al conformismo, mistificazione spudorata della realtà, utilizzo spregiudicato del conflitto di interessi". Insomma, il rischio è (...)
Giuseppe D'Elia