La notizia che "le Regioni che hanno i conti della sanità in rosso saranno costrette ad aumentare la pressione fiscale e non potranno utilizzare i fondi Fas per ripianare il deficit" è stata rilanciata nel web, soprattutto, facendo ricorso ad una dichiarazione del ministro Fazio, che desta non poche perplessità. Il titolare del dicastero della Salute si è espresso in termini perentori sul punto: "siamo in una situazione che non può consentire di utilizzare fondi Fas come un bancomat".
Giusto così? Pure se il Fondo Aree Sottoutilizzate dispone di risorse comunitarie stanziate per "perseguire l'obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese" e, tranne il Lazio, le regioni citate fanno tutte parte delle zone meno sviluppate? In altre parole, si può pretendere di far gravare gli errori di gestione delle sanità regionali sulle spalle dei soli cittadini residenti in loco, senza vanificare in questo modo il piano di riequilibrio Nord-Sud?
Spulciando in Rete, tra l'altro, si scopre che un utilizzo dei Fas come fossero un bancomat, in realtà, c'è già stato. In una mozione presentata alla Camera da Dario Franceschini, il 30 aprile 2009, si legge infatti che si è disposto dei fondi come fossero "un salvadanaio da poter utilizzare per ogni evenienza, un bancomat improprio, utile sia per far fronte alle promesse elettorali (...) sia per coprire ogni tipo di esigenza di spesa corrente".
Lo stesso governo, insomma, che, fin qui, ha fatto ricorso a parte delle "risorse del Fas già stanziate per la programmazione 2007-2013" per coprire voci di spesa nazionali, ora pone un veto rispetto alla possibilità di utilizzarle per un intervento straordinario, rivolto alle aree più direttamente interessate dal programma. Si comprende, così, la netta presa di posizione che – sulla base delle critiche contenute in "un documento riservato del Cnel" – già a dicembre 2009, si poteva leggere su Left-avvenimentionline.it: lo "scippo al Mezzogiorno" è (...)
Giuseppe D'Elia