Tangentopoli bis o solo qualche isolata birbanteria? In poche parole è principalmente attorno a questo interrogativo che si è sviluppato il dibattito in Rete in questi ultimi giorni. Un dibattito in cui sembra prevalere l'idea di una corruzione a dir poco dilagante; anche se c'è pure qualcuno che minimizza, rispolverando la tesi del complotto giudiziario dei giudici politicizzati che tendono ora a condizionare, ora a sovvertire gli esiti elettorali.
Ad indebolire le ragioni dei teorici dei "casi isolati" e delle "inchieste ad orologeria" vi è, però, un'analisi di un organismo internazionale indipendente, disponibile on line già dallo scorso novembre. Transparency International è un'organizzazione che, dagli inizi degli anni Novanta, fa della "lotta contro la corruzione" la sua stessa ragione di vita, cercando di realizzare una "coalizione globale" che punta a porre fine al "devastante impatto della corruzione" nelle nostre società. Ebbene, questa associazione elabora ogni anno un "Indice di percezione della corruzione" (Corruption Perceptions Index) che, usando una scala da zero a dieci, approssimata al primo decimale, consente di stilare una classifica dei paesi più o meno virtuosi.
Purtroppo, i dati rilevati nel 2009 danno conferma di una accentuata tendenza del nostro paese a quella 'opacità' che facilita le pratiche corruttive. E ciò, soprattutto, in raffronto ai nostri partner europei. Con un coefficiente di 4,3, infatti (...)
Purtroppo, i dati rilevati nel 2009 danno conferma di una accentuata tendenza del nostro paese a quella 'opacità' che facilita le pratiche corruttive. E ciò, soprattutto, in raffronto ai nostri partner europei. Con un coefficiente di 4,3, infatti (...)
Giuseppe D'Elia